Silvio Mondinelli

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Silvio Mondinelli detto Gnaro (Gardone Val Trompia, 24 giugno 1958) è un alpinista italiano.

Silvio Mondinelli
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Alpinismo
 

Il 12 luglio 2007 è diventato uno dei pochi scalatori al mondo ad aver raggiunto tutte le quattordici vette più alte del mondo portando a termine l'impresa senza l'uso di ossigeno supplementare (terzo italiano dopo Reinhold Messner e Battistino Bonali, quarto dopo Sergio Martini che però aveva fatto uso di ossigeno).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Grazie all'arruolamento nella Guardia di Finanza, nel 1976 viene a contatto con le Alpi, ed in particolare con il Monte Rosa. Dal 1978, infatti, fa parte del soccorso alpino di Alagna Valsesia, mentre nel 1981 diventa Guida alpina sempre nella medesima località. Ad Alagna, con alcune delle più note guide del paese, effettua prime ripetizioni e apre nuove vie tutte concentrate sulla parete valsesiana del Monte Rosa.

Il 7 febbraio 1982 compie con Roldano Sperandio la prima invernale della via Bertone al pilastro nord del Corno Bianco (3320 m, TD-)[1]. Nello stesso anno, il 24 settembre compie la seconda ascensione della via "direttamente per il seracco" al Colle Vincent (TD+), sulla parete valsesiana del Monte Rosa, per ripeterla poi in prima invernale il 29 dicembre del 1988.

Il Colle Vincent con l'enorme seracco, parete valsesiana del Monte Rosa

Nel 1985, sempre sulla parete valsesiana del Monte Rosa, sale il Pilastro Vincent (4050 m) per una nuova via ("via per biglia", TD). Nel settembre del 1987, sempre sulla medesima parete ma nel settore più orientale, apre con Fabio Loss e Paolo della Valentina un ardito itinerario, ovvero la via "Africa Nostra" alla parete sud-est della Punta Gnifetti (4559 m, TD+ con passaggi di VI per quasi 1000 metri di dislivello).

La Punta Gnifetti, parete valsesiana del Monte Rosa

Le prime esperienze extraeuropee iniziano invece nel 1984: Sud e Nord America, e più avanti Himalaya e Karakorum. Dal 1987 al 1991 è istruttore guide alpine. L'11 ottobre 1993 raggiunge il suo primo ottomila, il Manaslu. Seguono lo Shisha Pangma e il Lhotse (1996) e poi via via tutte le altre maggiori vette.

Nel 2001 scala quattro ottomila nell'arco di soli 5 mesi: Everest, Gasherbrum I, Gasherbrum II e Dhaulagiri I. Nel 2007 scala il Broad Peak. Oltre agli impegni escursionistici, Mondinelli è noto per aver salvato ripetutamente alpinisti in difficoltà ad altissime quote, ed è perciò spesso chiamato in caso di operazioni di soccorso estreme. Ha inoltre portato avanti iniziative di solidarietà e raccolta fondi per aiutare la popolazione Sherpa, grazie alle quali ha finanziato la costruzione e la gestione di una scuola per 80 bambini a Namche Bazar.

Il 22 ottobre 2005, grazie alla ONLUS "Amici del Monte Rosa" da lui fondata, costruisce ed attrezza un "Trauma Point" sulla via che collega Kathmandu a Pokara, con lo scopo di assistere le numerose vittime degli incidenti stradali. Il 17 luglio 2008 parte per una spedizione di soccorso, dopo la tragica caduta di Karl Unterkircher sul Nanga Parbat, per trarre in salvo le altre due persone con cui tentavano di aprire una nuova via: Walter Nones e Simon Kehrer.

Nel maggio 2010 diventa uno dei pochi uomini al mondo ad aver scalato l'Everest da entrambi i versanti senza ossigeno supplementare.[2] Il 23 settembre 2012 sopravvive a una valanga sul Manaslu, con lui sopravvive anche Cristian Gobbi, mentre l'alpinista Alberto Magliano, alloggiato nella tenda accanto, viene estratto morto dalla neve.[3]

Nel maggio 2022, insieme al bresciano Roberto Manni ritorna sull'Himalaya a scalare il Makalu già conquistato nel 2002, per disguidi connessi alle previsioni meteo manca la cima, arrivando comunque a 8100 m e sempre senza l'ausilio di ossigeno.

È padre della sciatrice alpina Emilia[4].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croce d'oro al Merito della Guardia di Finanza - nastrino per uniforme ordinaria
«Sovrintendente della Guardia di Finanza, appartenente ad una stazione del soccorso alpino del corpo, connotato da eccezionali doti di carattere, impareggiabile competenza alpinistica e mirabile spirito agonistico, partecipava con successo alla spedizione del progetto “K2 2004 – 50 anni dopo”. Alle 16,22 (ora locale) del 26 luglio 2004, a distanza di 50 anni dalla prima ascensione italiana sul K2, primo fra tutti, raggiungeva la vetta dell’indomita montagna e faceva sventolare, a quota 8.611, il tricolore. Nella fase di discesa, resosi conto che altri partecipanti alla spedizione si trovavano in gravi difficoltà sopraffatti dallo sforzo, animato da autentico spirito di solidarietà, si prodigava con somma perizia nel loro soccorso, traendoli in salvo ed accompagnandoli sino al campo base. L’eccezionale obiettivo raggiunto suscitava l’ammirazione del mondo intero e contribuiva a rinnovare l’orgoglio dell’Italia nel campo scientifico, umanitario, culturale e sportivo. L’impresa, nel solco delle secolari tradizioni alpinistiche della guardia di finanza, esaltava in maniera significativa il prestigio e l’immagine dell’intera istituzione. Cima del k2 (Catena dell’Himalaya), quota 8.611, aprile - luglio 2004.[5]»
— Roma, 28 luglio 2005
Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri.[5]»
— Roma, 27 dicembre 2009

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Redazione, Silvio Mondinelli, il principe degli Ottomila, Mountlive - Il giornale della montagna, 24 giugno 2022. URL consultato il 14 settembre 2022.
  2. ^ Sara Sottocornola, Mondinelli nella storia: Nord e Sud senza ossigeno, in montagna.tv, 25 maggio 2010. URL consultato il 25 maggio 2018.
  3. ^ Valanga sull'Himalaya, Mondinelli salvo per miracolo, in Corriere della Sera, Brescia, 24 settembre 2012. URL consultato il 25 maggio 2018.
  4. ^ Marco Di Marco, Emilia Mondinelli del Sansicario Cesana, figlia del mitico alpinista “Gnaro”, vince l’oro in slalom agli Aspiranti, su sciaremag.it, 14 marzo 2022. URL consultato il 21 febbraio 2024.
  5. ^ a b Onorificenze - Mondinelli Brig. Silvio, su quirinale.it. URL consultato il 23 maggio 2018.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su gnaromondinelli.it. URL consultato l'8 aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2010).
Controllo di autoritàVIAF (EN90037083 · ISNI (EN0000 0000 6199 1646 · SBN LO1V323289 · GND (DE138505845 · WorldCat Identities (ENviaf-90037083